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Così ha inizio il male, Javier Marías ​

SU DI LUI 

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Scrittore spagnolo. Nato da da una famiglia di intellettuali anti-franchisti, si laurea all'Università Complutense di Madrid, è considerato uno degli esponenti più significativi della generazione contemporanea. Esordì nel 1971 con Los dominios del lobo, un romanzo atipico nel quale trasforma in opera narrativa 85 pellicole cinematografiche nordamericane visionate durante una permanenza a Parigi nel 1969. Numerosi anche i riconoscimenti ricevuti in Italia, tra cui il Premio Grinzane-Cavour, il Premio Mondello e il Premio Flaiano.

SUL LIBRO 

​ «Mi sono sempre domandato come facesse la gente a trovare il coraggio di contrarre matrimonio»: prendete il caso di Eduardo Muriel e Beatriz Noguera. Sono sposati da molti anni, ma a tenerli assieme, piú che l'amore, sembra sia un disprezzo sordo e costante che a volte sfuma nell'odio vendicativo. Cosa li ha portati fino a questo punto? In cosa si trasforma una coppia che non può sciogliere il legame che l'unisce? Cosí ha inizio il male è la storia intima di un matrimonio. Ma è anche un libro sul desiderio - la forza che spinge gli esseri umani a tradire qualsiasi fedeltà - e sulle misteriose, spesso imprevedibili strade che percorre il perdono.


LA MIA RECENSIONE : CONSIGLIATO

Posso dire di aver letto tutto o quasi di Marías. Mi sono innamorata del suo stile, particolare e unico. L'ultimo libro, quello appena uscito è sempre un punto di domanda. Ma non è stato una delusione, infine. E' stato piuttosto una piacevole compagnia. La prosa è all'altezza delle precedenti, la storia si sviluppa in maniera coerente e con un ritmo che ti incalza e ti spinge avanti nella lettura. Il cerchio si chiude nelle ultime pagine che accendono un faro su tutta la narrazione, come in penombra fino a quel punto. Il presente che illumina il passato, quella l'immagine che ho avuto in mente, appena chiusa l'ultima pagina. E i personaggi che diventano man mano più nitidi davanti agli occhi. Beatriz ha in sé tutti i tormenti delle donne che amano troppo fino a perdere se stesse. È un ritratto lucido, minimalista anche, ma perfettamente in grado di farci guardare agli effetti di un amore che devasta. La voce narrante è un io presente che racconta senza troppo invadere le figure che gli agitano i ricordi. C'è però, in Così ha inizio il male, qualcosa di diverso dal Marías che amo. C'è qualcosa in meno, in realtà. È mancata quella tensione quasi elettrica che percorreva gli altri romanzi. È forse un segno di maturità? L'inquietudine che cede spazio a una lentezza che è conquista? Chi lo può dire, magari è solo un'evoluzione che prepara un altro periodo della sua produzione. Consigliato, in ogni caso? Decisamente sì. (novembre 2015)



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