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Gli innamoramenti, Javier Marías ​

SU DI LUI 

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Scrittore spagnolo. Nato da da una famiglia di intellettuali anti-franchisti, si laurea all'Università Complutense di Madrid, è considerato uno degli esponenti più significativi della generazione contemporanea. Esordì nel 1971 con Los dominios del lobo, un romanzo atipico nel quale trasforma in opera narrativa 85 pellicole cinematografiche nordamericane visionate durante una permanenza a Parigi nel 1969. Numerosi anche i riconoscimenti ricevuti in Italia, tra cui il Premio Grinzane-Cavour, il Premio Mondello e il Premio Flaiano.

SUL LIBRO 

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«L'ultima volta che vidi Miguel Desvern o Deverne fu anche l'ultima volta che lo vide la moglie, Luisa, il che continua ad apparire strano e forse ingiusto, dal momento che lei era questo, sua moglie, e io ero invece una sconosciuta e non avevo mai scambiato con lui una sola parola».


In un caffè di Madrid, ogni mattina María Dolz osserva due sconosciuti, un uomo e una donna, affascinata dalla loro felicità. Come se fossero personaggi amati di un romanzo, augura alla coppia «tutto il bene del mondo», spera che la loro storia sia felice. Ma la possibilità di un lieto fine viene spezzata in modo brutale dall'omicidio dell'uomo, Miguel Desvern, ucciso in modo a quanto pare del tutto casuale. Qualche tempo dopo, tuttavia, questa vicenda tragica ma apparentemente chiara, torna a coinvolgere María, facendo vacillare le sue certezze, spingendola a chiedersi se la realtà spiata da lontano in quel caffè non fosse che la maschera di un'altra, piú nascosta e sfuggente.


LA MIA RECENSIONE : CONSIGLIATO

La scoperta dei sentimenti, a questo porta il romanzo. Una narrazione fiume che fa sentire il lettore come dentro a una seduta di psicoanalisi. Rapidissime immagini percorrono il libro. Ci si trovano dentro tutte le contraddizioni, tutti i colori dell'amore. La storia di María, la protagonista, è insieme la storia di tanta umanità. Tra le righe, dalle prime pagine, quello che si mostra e si dipana è un assassinio che risulta man mano il filo conduttore di tutta la narrazione. Dinamiche di rapporti umani, abbandoni e innamoramenti, anatomia di sentimenti e legami che stringono in una morsa i vivi e i morti. Perché "Sì, tutto si attenua, ma è anche vero che niente sparisce né se ne va mai del tutto, permangono echi". Un bel libro che scruta proprio i contrasti, le passioni e le debolezze umane, ma anche la forza e la lucidità e lo fa senza mai l'accenno di un giudizio.

Uno dei migliori di Marìas.


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