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Le lacrime di Nietzsche, Irvin D. Yalom

SU DI LUI 


Irvin D. Yalom insegna psi

chiatria alla Stanford University e vive e svolge il suo lavoro di analista a Palo Alto, in California. Tra le sue opere: La cura Schopenhauer (Neri Pozza 2005), Il problema Spinoza (Neri Pozza 2012), Sul lettino di Freud (Neri Pozza 2015).


SUL LIBRO 

Un giorno di ottobre del 1882 Josef Breuer, quarantenne geniale psichiatra, medico personale a Vienna di artisti e filosofi come Brahms, Bruecke e Brentano, è al Caffè Sorrento assieme ad una giovane donna che non conosce, ma che lo ha convocato nel rinomato caffè veneziano per una “questione di estrema urgenza” riguardante addirittura il “futuro della filosofia tedesca”. Lei si chiama Lou Salomé ed è di inusuale bellezza: fronte poderosa, mento forte, scolpito, luminosi occhi azzurri, labbra piene e sensuali, capelli biondo argento raccolti in una crocchia che le lascia scoperte le orecchie e il lungo collo aggraziato. Si è tolta il manto di pelliccia e, guardandolo direttamente negli occhi, con voce ferma gli ha detto di temere per la vita di un suo caro amico: Friedrich Nietzsche, il pensatore tedesco che, secondo Richard Wagner, ha “regalato al mondo un'opera senza pari”. Ha spiegato che il filosofo è preda di una profonda prostrazione che si manifesta con una moltitudine di sintomi: emicrania, parziale cecità, nausea, insonnia, febbri, anoressia, e che lo porta ad assumere pericolose dosi di morfina... Così Josef Breuer, stimato medico ebreo, futuro padre della psicanalisi, uomo dal comportamento ineccepibile e tuttavia oppresso anche dai legami e convenzioni della vita borghese e matrimoniale apprende della disperazione estrema di colui che diverrà il suo più illustre paziente. Breuer sottoporrà il filosofo alle sue cure, basate sulla convinzione che la guarigione del corpo passi attraverso quella dell'anima. E tra lui e Nietzsche, in numerose sedute si instaurerà un dialogo serrato e coinvolgente durante il quale Breuer cercherà invano di arrivare alle radici del male oscuro del filosofo e di indurlo ad aprirgli il cuore. Soltanto alla fine avrà l'idea risolutiva: vestiti i panni del paziente e confessando tormenti, pene e preoccupazioni a Nietzsche, riuscirà a infrangerne l'impenetrabile isolamento e a provocare in lui una liberatoria catarsi emotiva.


LA MIA RECENSIONE : CONSIGLIATO


"Conosco molti che, non piacendosi, cercano di correggere questo stato di cose convincendo prima gli altri a pensare bene di loro. Una volta riusciti, cominciano a pensare bene di se stessi. Ma si tratta di una falsa soluzione, significa sottomettersi all’autorità altrui". Un libro pieno di spunti di riflessione. È come trovarsi catapultata nel bel mezzo di una seduta psicoanalitica, con pensatori d'eccezione. E, sul finire, come sotto ipnosi scopri che molte delle tue domande sono le stesse dell'umanità intera. Da leggere.





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